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Il salasso o cavata di sangue fu pratica medica fin dai tempi antichi e quasi fino alla fine del XIX° secolo. Veniva praticata a mano con appositi coltellini o lancette o con semplici strumenti come questo provvisti di regolazione della lunghezza e profondità dell’incisione: erano caricati a molla e muniti di un grilletto di scatto. La lama fuoriusciva veloce dall’ovale di ferro che veniva appoggiato sulla vena. La pratica, spesso usata a sproposito, non era priva di conseguenze dannose, dovute anche al trauma locale e alla mancanza di asepsi. Venne sostituita dall’impiego delle sanguisughe e poi abbandonata del tutto.