La triste storia di Lucia Mantione, bocciolo di donna innocente, non ancora tredicenne, vittima di un bruto mai identificato, è ormai nota e raccontata da giornali e social in tutte le sue implicazioni antropologiche. A “Luciedda” con la vita venne anche negato il funerale religioso e una vera giustizia che non fu possibile o non si volle ottenere. Ebbe solo il pianto disperato della mamma e il pietoso ricordo assieme al desiderio di verità, mai venuto meno, della sua comunità. Una storia degna di un poema omerico, di una antropologia fatta di abominio, di dolore, di omertà, di risvolti oscuri; ma anche di pietà, amore, volontà di riscatto e grande umanità. Per la scienza stiamo entrando in “antropocene”, epoca nella quale l’uomo sta modificando radicalmente con le sue attività gli equilibri biologici, climatici e strutturali del nostro pianeta. Vi potremo sopravvivere dignitosamente solo con nuovi e più elevati principi etici e di rispetto per questa nostra madre terra e tutte le creature che la abitano. Anche ricordando questa giovanissima martire che guardandoci dalla sua foto ancora ci chiede: “perchè è accaduto tutto questo?” “Perchè purtroppo noi uomini nel bene e nel male siamo fatti così.”
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